Cronaca complicata d’un anno che se ne va

    Gli ambiti in cui intendevamo muoverci con più attenzione nel corso del 2020 erano ben definiti: l’aspetto agonistico, l’utracycling e la scoperta del territorio. Volevamo armonizzare pienamente le anime universali che contraddistinguono il mondo della bicicletta.

    Quello che invece è accaduto nel 2020 ha modificato la direzione verso cui intendevamo procedere. Lo scenario che s’è presentato ha proposto nuovi modi di comportamento e nuovi significati per ciò che la bicicletta rappresenta.
    In questo senso i momenti salienti che si riteneva avrebbero scandito l’imminente Giro d’Italia sono stati catalizzati da un’impresa completamente differente: il doppio Everesting su Zwift di Francis Cade. S’è trattato certamente d’una prestazione straordinaria, ma che testimonia meglio d’ogni altra evidenza l’incredibile stranezza dell’anno che si sta concludendo.
    D’altre parte nessuno di noi avrebbe immaginato di coniare slogan come “La bicicletta, la pillola del futuro”, o quantomeno di doverli inventare a causa d’una situazione tanto inaspettata come quella creata dal Covid 19.

    Abbiamo continuato a lavorare in prospettiva d’un allentamento delle restrizioni e le stagioni – sia agonistica che cicloturistica – si sono in qualche modo dipanate.

    Jakob Fulsgang, Alexey Lutzenko, Miguel Angel Lopez, Alexandr Vlasov e Ion Izagirre hanno dato grande lustro alla partnership con Astana Pro Team, mentre Bruno Ferraro, Ole Hem e Omar Di Felice hanno percorso itinerari estremi sottoscrivendo la grande affidabilità delle biciclette che li hanno accompagnati.
    Questo 2020 lo ricorderemo per l’arrivo solitario di Miguel Angel Lopez sul Col de La Loze, per il periplo invernale della Mongolia completato da Omar Di Felice ma soprattutto per l’ennesima sottolineatura – questa volta molto calcata – dell’attitudine terapeutica della bicicletta che ha dato un’indicazione precisa a proposito del vivere meglio i tempi che verranno.

    La bicicletta è tornata a vestire l’abito che in realtà ha sempre indossato, al quale però si prestava poca attenzione. “La bicicletta, la pillola del futuro” è tornato in auge, sorprendendo tutti per la sua semplicità, ma anche per la grande verità che contiene.

    Tutto quello che vi auguriamo per il 2021 è legato a questo strillo – “La bicicletta, la pillola del futuro” –
    perché si possa presto pedalare con la più grande spensieratezza.

    Auguri da Wilier Triestina.

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