La tappa del Giro d’Italia 2021 che porta i corridori da Sacile a Cortina d’Ampezzo è una cerniera lunga 212 chilometri che tiene insieme il ciclismo del XXI secolo e quello indimenticabile del secolo precedente.
La maestà delle Dolomiti vide passare per la prima volta il Giro d’Italia nel 1937 e quel giorno – a Merano – vinse in solitudine Gino Bartali.
Invece la prima volta che i corridori salirono sul Pordoi – la Cima Coppi del Giro d’Italia 2021 – la tappa si concluse a Ortisei e arrivarono soli, primo e secondo, Gino Bartali e Fausto Coppi. Era il 5 giugno del 1940 e quattro giorni dopo il Campionissimo vinse il suo primo Giro d’Italia.
Quando finalmente una tappa del Giro si concluse a Cortina, sotto le maestà immobili del Monte Cristallo e della Tofana di Rozes, fu Fausto Coppi a passare per primo sul traguardo, in un’edizione della corsa densa di contestazioni che vide a Milano, alla fine, Fiorenzo Magni indossare la maglia rosa definitiva.
Già solo i nomi di questi protagonisti fanno comprendere quanta gloria sia passata in bicicletta su queste strade.La tappa riesce persino a conciliare una storica diatriba del grande ciclismo italiano. I primi chilometri della frazione uniscono Sacile e Colle Umberto, luoghi che da quasi un secolo si contendono la gloria d’un clamoroso fenomeno dell’epoca dei “forzati della strada”, Ottavio Bottecchia.
Lo spirito del grande corridore aleggia ancora sulle strade che conducono sul Pian del Cansiglio: il primo Gran Premio della Montagna di giornata. Sul Cansiglio Bottecchia ragazzo trasportava i tronchi giù dal monte e, da campione, veniva ad allenarsi perché le rampe ricordavano molto, chissà perché, i Pirenei.
Ma non bisogna affatto tralasciare che anche dal punto di vista paesaggistico non c’è un solo chilometro della tappa che non sia indimenticabile.
I panorami sono stupendi già solo dopo dieci chilometri di corsa, ma la bellezza, incredibile a dirsi, aumenta d’intensità mano a mano che si sale.Alleghe, Sottoguda, Malga Ciapela, Canazei, il Sass Pordoi, Arabba, l’impareggiabile visione delle Dolomiti sopra il Passo Giau e poi l’ultima discesa verso “la Regina tra le Montagne”: Cortina d’Ampezzo.
Tutto queste opportunità ciclistiche, paesaggistiche e turistiche in un’unica cavalcata in bicicletta. Da dove Ottavio Bottecchia è cresciuto, alla città su cui il Monte Cristallo fa riverberare il sole.
212 chilometri da non scordare mai.