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Il Ladakh di Omar Di Felice

Scritto da Wilier | 14-mar-2023 15.52.12

Il Ladakh è un luogo ideale per Omar Di Felice. Lo è perché è difficile da scovare sulla carta geografica dell’India, incastrato com’è tra Pakistan e Cina, e perché è altrettanto arduo immaginare che qualcuno possa percorrere in bicicletta queste strade sia con la buona stagione che durante il freddissimo inverno. Invece sono proprio questi i requisiti perché un luogo possa diventare a tutti gli effetti ZonaOmar.

Ma un’avventura diventa ancor più adatta all’indole di Omar se i piani originali devono essere rivisti o persino sconvolti a causa delle forze della natura. Così invece di iniziare come previsto il viaggio tra i passi himalayani da Manali - a 2624 metri sul livello del mare -, a causa d’una valanga sullo Shinku La Pass, il luogo di partenza è diventato Leh - a 3500 metri sul livello del mare.

900 metri in più di dislivello in un luogo che è conosciuto come “il deserto più freddo del mondo” preoccuperebbero chiunque, ma non certamente Omar Di Felice. Quattro giorni di acclimatamento, lo spostamento della data ufficiale di partenza al 25 febbraio, e così l’avventura è cominciata da Leh, dove ha iniziato a pedalare sulla sua Usma SLR verso il Khardung La Pass, a 5480 metri sul livello del mare. Oltre il valico inizia la discesa che conduce alla città di Kashgar in Cina, che, per comprendere meglio l’epicità del luogo, è stata descritta da Marco Polo più di settecento anni fa nel Milione.

Ma Omar non ha oltrepassato il confine cinese. Ha virato verso sud, in direzione d’un altrettanto luogo fantastico, il Pangong Tso: un lago ghiacciato che appartiene a India (parte ovest) e Cina (parte est). È un’altra delle improvvise occasioni di viaggio dettate dal rapido adattamento agli inconvenienti che nel Ladakh accadono ogni giorno durante la stagione più fredda.

“Mi piace pensare che sia la natura a determinare il mio tragitto. Così ho dovuto invertire il senso di marcia del viaggio: invece che da Manali a Leh, da Leh a Manali, con degli spostamenti a sud est che non avevo affatto preventivato e con dei nuovi passi da affrontare, tutti sopra ai 5000 metri d’altitudine.
Ma questo è il vero senso dell’avventura: non tanto sfidare l’inaspettato, quanto goderne. Perciò so già che le valanghe che impediscono il transito sullo Shinku La Pass non sono per nulla un impedimento e perciò un’ulteriore difficoltà, ma un nuovo motivo di divertimento e di conoscenza. Per esempio, ho imparato sulla mia pelle che il Chang La Pass è ancora più elevato del Khardung, ma le mappe non lo dicono. E’ questo che rende ancora più avvincente quest’avventura nel Ladakh indiano o, come lo chiamano qui, “il Piccolo Tibet”.

Tuttavia le imprese di Omar Di Felice non sono solo occasioni per conoscere i propri limiti.

“Sempre di più queste esperienze lontane dalla nostra comfort zone mi portano a ragionare sulle differenze della qualità della vita tra le zone del mondo. Per esempio, nel Ladakh ho incontrato persone che vivono molto al di sotto di ciò che noi consideriamo il livello minimo di sussistenza. Ciò inevitabilmente conduce a farsi delle domande sulle ragioni d’una così grande diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza.
Passare così tanto tempo in sella consente anche di riflettere su questi temi che, giorno dopo giorno, diventano sempre più importanti”
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