Ivan Velasco: la bicicletta marginalista

    Molti sopra la nuova bicicletta da corsa hanno espressioni d’incredulità, soprattutto se cavalcano bici da corsa da molto tempo. Non credono alle sensazioni che provano: per il comfort, ma anche per le prestazioni, ciò che può essere in modo semplice indicato come il rapporto tra lo sforzo e la resa.

    Quelli che amano darsi un tono arrivano persino a credere che il loro fisico sia rimasto inalterato nonostante il trascorrere del tempo, mentre i normali pedalatori pensano: “Gesù, le biciclette son diventate come auto da corsa. I progettisti sono dei maghi”.

    Ma tra il progettista e la bicicletta esiste un’altra figura sconosciuta ai più, ma fondamentale per le prestazioni del corridore: il performance manager.

    Per Astana Pro Team questo ruolo è svolto da Ivan Velasco e la sua intervista spiega bene qual è il suo compito relativo ai prodotti: migliorare il più possibile le prestazioni meccaniche della combinazione uomo – macchina.

    Ciò evidentemente comprende lo studio degli accorgimenti aerodinamici che possono consentire il risparmio di secondi preziosi che, nel ciclismo professionistico contemporaneo, diventano fondamentali per l’esito d’una stagione.
    Cioè il performance manager è l’uomo che lima i margini del rendimento uomo-macchina, portando i risultati al limite meccanico estremo e la bicicletta al margine del possibile.

    Per fare ciò è necessario passare, d’inverno, qualche giorno nella galleria del vento del Boardman Performance Center, sperimentando “fondamentalmente la migliore posizione possibile di Jakob Fuglsang, Aleksej Lutsenko, Ion Izagirre per sviluppare con Wilier il manubrio più adatto (per le frazioni a cronometro)”.

    Poi un aereo conduce (quasi) tutti i corridori della squadra a Valencia per testare le soluzioni ottenute nella galleria del vento sulla pista del velodromo.

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    “Qui cerchiamo di ottenere per ogni corridore la migliore posizione sulla nuova Wilier Turbine e lo facciamo attraverso dieci giri protocollari per ciascun atleta”.

    Ma evidentemente il lavoro del performance manager non termina qui, perché sulla base dei test cercherà nuove soluzioni, che a loro volta saranno testate per ottenere ulteriori prestazioni, in un processo concentrico, probabilmente senza fine, che Ivan Velasco ama definire development

    Tutto ciò ben inteso per una sola specializzazione, le tappe a cronometro, e per la messa a punto d’una sola bicicletta: la Wilier Turbine.

    Per quanto riguarda la Wilier 0 SLR, la bici che accompagnerà l’Astana sulle strade del Giro, del Tour, della Vuelta e delle grandi classiche, il development della bicicletta marginalista è differente, ma questa sarà un’altra storia da raccontare.

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