Ciò che hanno compiuto Caroline Soubayroux e David Ferguson in Australia è in qualche modo immaginabile studiando la carta geografica. Basta osservare sulla mappa dove si trovano Perth e Brisbane e considerare la distanza che le separa.
Quindi è importante leggere il nome del territorio che scandisce quasi tutta la parte del viaggio che da Perth conduce ad Adelaide: il Grande Deserto di Victoria. Poi, una volta che lo si è oltrepassato, la strada prosegue attraversando un parco nazionale dal nome altrettanto evocativo: Nullarbor National Park.Ma, se si osserva con ancor più attenzione la mappa, ci si rende conto che c’è solo una strada che percorre questa parte dell’Australia Meridionale – la Highway 1 – ed è su quell’arteria che converge tutto il traffico che da ovest va a est del continente. Questa è stata la principale difficoltà lungo i 5422 chilometri del tratto australiano del giro del mondo in bicicletta di Caroline e David: lo stretto contatto con il traffico pesante, per nulla abituato a condividere la strada con chi va in bicicletta.
Oltre a ciò i principali avversari sono stati il vento caldo che, nelle zone desertiche, non trovava la barriera degli alberi e si opponeva alle pedalate verso est e gli insetti che attaccavano a ogni pausa ristoratrice. Fortunatamente il deserto, il vento e gli insetti erano difficoltà previste, così che un camper guidato dal padre di David ha fatto da ricovero notturno ai circumnavigatori del mondo in bicicletta.È anche probabile che il lungo attraversamento del deserto, culminato coll’arrivo ad Adelaide, abbia fatto in modo che Caroline consideri questa città il suo luogo del cuore in Australia.
Superata Adelaide, fortunatamente, le possibilità di evitare la Highway 1 sono aumentate, anche se l’Autostrada 1, oltreché essere la via più veloce per raggiungere qualsiasi località, è il tratto d’asfalto che consente di costeggiare l’Oceano Pacifico e di godere di meraviglie come la Golden Coast, tentazione a cui Caroline e David, nonostante il traffico, non si sono affatto sottratti.Tuttavia, ovunque sulla Highway 1, dopo pochi istanti dal sorpasso d’un mezzo pesante, che pedalassero vicino all’Oceano o in mezzo alla secchezza del Nullarbor National Park, la strada tornava a riempirsi dei profumi che Caroline Soubayroux ha percepito per tutto il viaggio: l’eucalipto, i fiori delle acacie e il sandalo.
Perché in un giro del mondo bicicletta i profumi contano e si ricordano quanto le immagini.