La seconda settimana del Tour de France: dall’Atlantico al Massiccio del Giura

    Adesso il Tour de France attraversa la Francia da Ovest a Est, perchè, aldilà di qualche ghirigoro, si può ben dire che il Tour 2020 ha un percorso preciso, che lo include nelle edizioni che si corrono in senso orario.
    La Grand Boucle s’inoltra a oriente, proprio a metà dell’esagono, iniziando il viaggio da l’Ile d’Oleron e concludendo la prima tappa-cerniera a l’Ile de Re. Una tappa straordinaria per la bellezza del paesaggio atlantico, col passaggio a La Rochelle che impreziosisce ogni cosa.

    Danielhughesuk_grandcolombier18-minSe i corridori non dovessero lottare col vento e studiare attentamente i ventagli – cioè se non stessero correndo il Tour de France – il percorso sarebbe una meraviglia cicloturistica, con una puntata a Royan per osservare l’estuario della Gironda (che è poi la Garonna), il costeggio del Pertuis d’Antioche (il Pertugio d’Antiochia) e l’attraversamento de l’Ile de Re, fino al Faro delle Balene, che fa un poco rammentare l’avventura norvegese di Ole Hem.

    Purtroppo però, lo si diceva prima, la corsa è corsa e dopo l’omaggio a uno dei luoghi più belli dell’Atlantico ci si perde in una caccia che, se non si dovesse rispettare il tempo massimo, sarebbe altrettanto avvincente: la scoperta d’un nuovo Puy de Dome.

    Ormai il glorioso vulcano della grande sfida tra Anquetil e Poulidor e tra Eddy Merckx e Thevenet non può più sopportare il grande traffico del Tour de France e le biciclette possono percorrerlo una sola volta all’anno – la Montèe de Puy de Dome – perciò è diventata necessaria l’investitura d’un nuovo arrivo tra i Puy del Massiccio Centrale.

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    Quest’anno il designato è il Puy Mary (Cantal), percorso per la prima volta dalla corsa e quindi, per la prima volta, arrivo di tappa. Il luogo è assolutamente comparabile al vecchio e caro Puy de Dome e la salita altrettanto stordente, come può essere solo l’ascesa a un vulcano spento, perciò il Puy Mary è il miglior portatore di tutte le qualità che un amante della salita desidera.

    Tuttavia se si è un partecipante al Tour una tappa con sei gran premi della montagna dà diversi grattacapi, soprattutto se il Col de Neronne – immediatamente precedente al Puy Mary – si presenta con una pendenza media del 9%. Ancora più a est, nell’ultimissima propaggine della seconda settimana, la questione si presenta identica.Danielhughesuk_grandcolombier66-min

    L’arrivo inedito sul Grand Colombier (già comunque transitato in altre edizioni del Tour) è incarognito dalla Montèe de La Selle de Fromentel e, ancor di più, dal Col de La Biche. Ognuna di queste salite è desiderabilissima per ogni cicloturista competitivo, amante della bicicletta, della salita e del paesaggio. Peccato che I Touristes debbano correre il Tour de France e perciò scalarle una dietro all’altra: senza remissione. Senza alcuna possibilità di fermarsi e meravigliarsi osservando il Rodano che scorre in fondo alla valle.

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