L’immaginario collettivo desidera che il verdetto conclusivo di una grande corsa a tappe sia coronato da un’infinita serie di tornanti che s’inerpicano su una montagna leggendaria e che, verso il passo, il monte sia coperto di neve, così che l’epilogo s’inoltri ogni volta nella leggenda del ciclismo.
Per ciò che riguarda il Giro d’Italia l’immaginario collettivo, dal 1953, dà soprattutto un nome a questa strada innevata e piena di spire: il Passo dello Stelvio.
Gli organizzatori conoscono bene questo desiderio e per la 104esima edizione del Giro d’Italia hanno cercato l’immagine più vicina alle attese degli appassionati. Sono riusciti a trovarla nel Cantone dei Grigioni, in Svizzera, così lo Stelvio del Giro 2021 è la combinazione di due passi che, alla fine, si riveleranno altrettanto duri e iconografici.Il Passo di San Bernardino che, da Lostallo, condurrà i corridori sopra i 2000 metri – il limite di quota che tutti amano perché l’agonismo diventi “una grande battaglia – è lungo tanto quanto lo Stelvio e ha un dislivello di poco inferiore al versante più duro della montagna di Coppi (quello di Trafoi).
Inoltre, per ammantare ancor di più di leggenda la tappa, poco dopo il Passo i corridori incontreranno il tratto iniziale d’un fiume che li accompagnerà per diversi chilometri, mano a mano allargandosi, e che spiegherà loro la portata dell’impresa che stanno affrontando: il Reno, che è il centro geografico della saga nordica dell’Anello del Nibelungo.
Una coincidenza che fa credere che Richard Wagner conoscesse bene, oltreché le bizzarrie degli dei teutonici, anche le sofferenze dei corridori al termine delle tre settimane d’un grande Giro.
Poi la televisione ha fatto in modo che tutti, davanti allo schermo, potessero vedere gli effetti della difficile strada del ciclismo. Solo recentemente, però, le tecniche e le apparecchiature di ripresa hanno consentito di osservare più da vicino – quasi spietatamente – il travaglio dei ciclisti in balia delle avverse condizioni atmosferiche.Oltre il Passo dello Spluga, appena iniziata la discesa, sarà nuovamente Italia: la Valchiavenna. Ma, terminata l’iconografia, ci sarà ancora un’ascesa d’affrontare, l’ultima del Giro d’Italia 2021.
Da Campodolcino si salirà sino all’Alpe Motta. Ancora 7 chilometri di salita, ma con una pendenza media e una pendenza massima superiori a quella del San Bernardino e dello Splugenpass, perché come dicono i vecchi corridori: “Il ciclismo è lo sport che quando pensi d’aver finito devi ancora cominciare”.