La Trans Am Bike Race inizia nella città in cui il gigantesco Columbia River sfocia nell’Oceano Pacifico, ad Astoria, Oregon, e termina dove l’altrettanto gigantesco York River sbocca nella Chesapeake Bay, sull’Oceano Atlantico, a Yorktown, Virginia.
Questi sono i due punti cardinali, ma l’esatta distanza tra i due luoghi è discutibile. Chi dice 4175 miglia, chi dice 4200 e c’è persino chi dice 4300 miglia. In pratica, già dal punto di vista chilometrico, è una lotta contro l’ignoto.
D’altro canto, questa indeterminatezza è sinonimo di Grande Avventura Americana, giocata completamente sulle proprie forze e sulla propria capacità di adattamento, ed è per questa ragione che la Trans Am Bike Race ha oltrepassato il limite della leggenda.
Questo limite è connaturato con ciò che gli ultracyclist italiani conoscono come “Zona Omar”. È apparentemente naturale che Omar Di Felice si sia imposto nell’edizione 2023 della Trans Am completando il percorso – o meglio, raggiungendo in bicicletta Yorktown partendo da Astoria – in 18 giorni, 10 ore e 13 minuti.
Tra Astoria e Yorktown può accadere di tutto: è contemplata qualsiasi condizione climatica e pure qualsiasi inconveniente che deve essere risolto – come accadeva nei più antichi Tour de France – dall’atleta medesimo, senza aiuti esterni.
Allo stesso modo gli atleti possono decidere liberamente, in qualsiasi luogo, dove riposarsi e nessuno vieta loro che corrano, se lo desiderano, ventiquattro ore su ventiquattro, mutuando il regolamento delle leggendarie Sei Giorni di New York della fine dell’800, poi modificato a causa dell’ inumanità dello sforzo.
La Trans Am Bike Race è perciò sia ciclismo moderno, grazie alle ultimissime innovazioni che riguardano materiali e tecnologia, sia, al tempo stesso, ciclismo antichissimo, perduto nell’epoca dei pionieri della “bicicletta di sicurezza”.
Se a ciò s’aggiunge che il colpo di grazia alla corsa è stato inferto da Omar Di Felice quando s’è imposto una severissima tabella di marcia per attraversare l’est dello stato del Missouri e salire sull’ultimo traghetto disponibile per l’attraversamento del fiume Ohio, così da scavare un ampio solco tra sé e il suo principale avversario, il polacco Pawel Pulaski, allora davvero una modernissima gara di ciclismo si trasforma in un’epopea preistorica del ciclismo.
“Tutto ciò che ho ottenuto alla Trans Am è frutto della volontà e dell’amore per la bicicletta. Ma, in fondo, in tutto questo non c’è nulla di straordinario. Ogni ultracyclist ha una poderosa forza di volontà e uno straordinario amore per la bicicletta. Queste qualità rendono davvero tutto possibile, tra cui anche la mia vittoria in una gara apparentemente inadatta alle mie caratteristiche fisiche. Volontà e amore possono molto. E non solo in bicicletta, evidentemente”.
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