Keira Mc Vitty e Wiebke Luehmann: ambasciatrici della bicicletta come strumento d’emancipazione.

    Le riflessioni sulla bicicletta di Keira McVitty e di Wiebke Luehmann sono importanti. Keira e Wiebke non sono semplicemente professioniste della bicicletta. Sono senza dubbio esigenti sulla performance, ma anche molto attente a ciò che la bicicletta può produrre in un determinato contesto sociale.
    Spesso questa attenzione viene meno perché la soddisfazione di pedalare in libertà è considerata già abbastanza appagante per porsi ulteriori interrogativi.

    In occasione della Giornata Mondiale della Donna, Wiebke Luehmann sottolinea quello che può essere una nuova chiave di lettura per ciò che la bicicletta rappresenta: “Il ciclismo può essere un modo per ispirare le donne a crescere insieme e sostenere lo sforzo per oltrepassare quegli ostacoli che un tempo si ritenevano insormontabili. È la disciplina adatta per diventare così coraggiose da aiutare noi stesse e chiunque altro nell’impresa di abbattere le diseguaglianze di genere nello sport”.

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    D’altro canto Wiebke è il miglior esempio di come la bicicletta possa essere uno strumento di crescita personale. Fino a ventitré anni si era concentrata su altri sport e il ciclismo era una sorta di completamento per l’interesse che Wiebke nutriva verso il triathlon.
     
    L’ingresso della bicicletta nella sua vita è stato dirompente. Tanto importante che nel 2019 s’è avventurata in un inaspettato viaggio di sette mesi e di ottomila chilometri in bikepacking – con soli bicicletta e bagaglio – tra il Sudamerica e l’Europa. Nella prima parte del tragitto ha pedalato dalla Colombia sino al Rio della Plata, col passaggio andino a La Paz, la capitale più alta del mondo e, nella seconda parte, una volta atterrata in Catalogna, ha proseguito in bikepacking da Barcellona sino a casa. A Friburgo, in Germania.

    “Il ciclismo ha cambiato la mia vita e mi ha reso senza dubbio più indipendente, perché mi ha consentito di crescere fisicamente e mentalmente, aumentando la fiducia in me stessa e dandomi la forza di affrontare imprese che non immaginavo alla mia portata”.

    Keira McVitty, dal canto suo, pur riscontrando un sempre maggior numero di donne che pedalano, non intende affatto accontentarsi di statistiche e numeri.

    “È senza dubbio molto cambiato l’atteggiamento nei confronti delle donne che praticano il ciclismo agonistico ed è cambiato anche il loro numero. Ciò nonostante è necessario fare in modo che questo atteggiamento divenga sempre più diffuso e che la strada si riempia ancora di più di ragazze sopra a una bicicletta da corsa. Attraverso la mia attività di ciclista e youtuber cerco di essere d’ispirazione per invogliare altre donne al ciclismo, che è una grande scuola di indipendenza e realizzazione”.

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    Grazie a Keira e Wiebke la bicicletta assume improvvisamente un valore che oltrepassa l’agonismo e percorre le strade altrettanto importanti delle pari opportunità e della realizzazione personale.

    Un itinerario che, insieme a Keira McVitty e Wiebke Luehmann, anche Wilier Triestina intende percorrere.

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