È una fortuna che la Georgia non sia del tutto considerata Europa. Oggi è ancora ritenuta “uno stato transcontinentale”: un poco Asia e un poco Europa.
Se fosse inclusa una volta per tutte nel continente europeo, molte delle nostre certezze crollerebbero. Ciò che ci scuoterebbe maggiormente è il fatto che il Monte Bianco non sarebbe più la più alta montagna d’Europa. Niente affatto. Lo diventerebbe lo Shkara, la cui vetta si profila a 5.200 metri, seguito dallo Janga e dal Kazbek: tutte montagne della Georgia e tutte sopra i 5.000 metri di altitudine.
Perché il Caucaso è così: persino più imponente delle Alpi e ancora poco battuto in bicicletta. Questa è la ragione per cui un’esperienza in bikepacking assume laggiù: l’eccitante dimensione tra il viaggio e l’esplorazione.
Ciò fa comprendere uno dei motivi per cui Wiebke Lühmann e Andrea Wahl hanno affrontato quest’avventura sulle strade della Georgia: perché l’orografia del paese, costellata da monti che così spesso superano l’altezza del Monte Bianco, è unica.
“Gli scenari del Caucaso sono d’un’imponenza impressionante e ricordano l’arco alpino, non fosse che l’altezza delle montagne è persino superiore e che la sorpresa con cui siamo state accolte lascia intendere che le strade sterrate che abbiamo affrontato con la nostra USMA SLR siano state percorse molte poche volte in MTB”.
Così si può dire che Wiebke e Andrea hanno consacrato lungo il Caucaso georgiano una nuova avventura agli estremi confini del continente europeo, vestendo i panni delle apripista.
“È stata un’esperienza entusiasmante, che racchiude tante altre esperienze in bicicletta. Abbiamo pedalato sulle strade urbane di qualche città georgiana, ma anche sulle piste di luoghi remotissimi dove ci piaceva pensare di essere le prime che salivano o scendevano quegli sterrati in MTB.
In più siamo passate dal gran caldo della pianura e dei primi altopiani a delle temperature rigide vicino alle montagne. Alla fine di due settimane su e giù dalle piste georgiane abbiamo pedalato per 970 chilometri, coprendo un dislivello positivo di 16.000 metri, ma questo è importante fino a un certo punto.
Ciò che ci ha profondamente colpito è stata la spontaneissima ospitalità delle persone, nonostante, a causa della lingua, facessimo molta fatica a comunicare. D’altro canto, uno dei fondamenti del bikepacking è di essere profondamente a contatto col territorio che circonda il ciclo-viaggiatore, anche se, per esempio, il Caucaso è molto popolato da cani da pastore che non amano molto che degli strani oggetti come le biciclette si avvicinino agli animali che custodiscono.
Tuttavia, anche cogliere dallo sguardo le intenzioni d’un pastore del Caucaso è una parte indispensabile del curriculum d’un ciclo-viaggiatore e aiuta a rendere indimenticabile un’avventura sugli altissimi sentieri montuosi della Georgia”.
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