Jena - Dustin Klein Tundra; Matt
Jena è una bici leggera, reattiva, maneggevole, con geometrie racing-confort, in grado di adattarsi ai molteplici usi richiesti ad una bici gravel.
Le due settimane di vacanza in bikepacking di Wiebke Lühmann senza computer, senza leggere la posta elettronica, senza alcun appuntamento e senza alcuna destinazione precisa, si sono trasformate pedalando quasi inavvertitamente in un piccolo Gran Tour Gravel.
Come accadeva nel XVIII secolo, il secolo d’oro del Gran Tour, il tragitto che Wiebke ha intrapreso insieme alla sua Jena, è partito da un luogo meraviglioso come il Lago di Costanza verso un’altra meta che i tedeschi amano intensamente: il Konigsee, il lago dalle acque verdi trasparenti nel Parco Nazionale di Berchtesgaden, in Baviera.
Cinque giorni in sella tra i laghi che costellano il confine alpino tra Germania e Austria, su percorsi che esaltano le caratteristiche di affidabilità su superfici miste e di grande comfort sulle lunghe distanze di Wilier Jena, hanno consentito a Wiebke di collegare con facilità e divertimento queste due importanti mete turistiche.
Per farlo ha in parte seguito la lunga pista ciclabile che unisce il Lago di Costanza (Bodensee) al Königssee, ma s’è pure concessa digressioni panoramiche, tipicamente gravel, che l’hanno condotta, attraverso piste più ardue, a luoghi come lo Spitzingsee: un lago incastonato nel cuore delle foreste delle Alpi che, come il Konigsee, è una sorta di paradiso fotografico.
Raggiunto il primo obiettivo, quasi al termine della prima settimana, è sorto improvvisamente il desiderio di piegare a sud, proprio come i grandi viaggiatori del XVIII secolo, passando da Salisburgo, che è contemporaneamente la città di Mozart, ma anche l’estremità settentrionale della ciclovia Alpe – Adria, che collega, appunto, Salisburgo a Grado.
La ciclovia è appassionante e, in Austria, s’insinua tra le vette degli Alti Tauri.
Ma, ancora una volta, l’istinto avventuroso di Wiebke ha preso il sopravvento e non ha resistito all’idea di attraversare il confine della Slovenia e puntare direttamente verso il suo simbolo – il Monte Tricorno – e tenerlo bene in vista lungo la discesa a fianco della Sava che da Kraniska Gora porta a Ljubljana.
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