Le Strade Bianche di Toscana. L’italianità dei paesaggi

    Siena, Piazza del Campo, Montalcino, le Crete Senesi e le strade che le collegano, bianche o no.
    Questi sono alcuni degli elementi che, senza alcun dubbio, compongono l’idea di italianità nel mondo.

    Le Strade Bianche è la corsa che li unisce tutti, in 136 chilometri per le donne e 184 per gli uomini.
    Ogni tratto del percorso è un microcosmo turistico per proprio conto e quindi Le Strade Bianche sono, al tempo stesso, una corsa prestigiosa e un universo continuo di opportunità paesaggistiche.

    Per esempio l’ormai celebre Salita delle Sante Marie, col suo settore di strada sterrata, è uno dei tratti strategicamente più importanti della competizione, ma al contempo l’occasione d’una vista meravigliosa sulle Crete Senesi.

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    E’ questa l’idea originale delle Strade Bianche: la composizione dell’attrattiva paesaggistica, della rivalutazione cicloturistica di percorsi alternativi, spesso sterrati, e di tutto ciò che la
    Toscana rappresenta idealmente in Italia e nel mondo.
    Non a caso la partenza e l’arrivo sono collocati a Siena e tutto si compie in Piazza del Campo, dove si svolge la più famosa e raccontata corsa di cavalli al mondo, nell’ippodromo, se così vogliamo chiamarlo, più prezioso che esista.

    L’ultima salita ripidissima che conduce in Piazza del Campo non ha paragoni e persino il Muro di Grammont e quello di Huy abbassano il capo, non certo per valore ciclistico, quanto per l’arredo urbano in cui è incastonata: gli impareggiabili palazzi senesi che trasudano ancora l’aria e le vicende del XIII secolo.

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    Non c’è gara al mondo che più di questa ispiri il senso profondo della “civiltà della bicicletta”, vista come mezzo esclusivo per muoversi tra le grandi meraviglie della storia.

    In più Le Strade Bianche inducono molti a farsi esploratori primaverili e estivi per scoprire, per caso o per suggerimento, nuovi sterrati che conducono da un luogo meraviglioso all’altro.
    Da Montichiello a Pienza o da Montalcino all’Abbazia di Sant’Antimo, tratti intoccati dalla corsa, ma che la visione della competizione fa immaginare.

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    In questo senso molto raramente s’incontrano kermesse più stimolanti di questa, che invogliano davvero al cicloturismo di scoperta e che, nonostante le immagini televisive non permettano di coglierle, consentono di percepire il frinire delle cicale sullo sterrato di Montaperti e sull’erta che conduce alla meraviglia chiamata Montalcino.

    Perciò si può senza dubbio affermare che Le Strade Bianche sono la rappresentazione ideale di ciò che ovunque chiamano “la grande bellezza del ciclismo”.

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