“Finalmente abbiamo cominciato a fare sul serio. Qui a Petropolis ho avuto conferma che i blocchi di allenamento invernali hanno portato buoni frutti. Già l’avevo intuito visti i risultati molto confortanti durante gli Internazionali d’Italia ma un’ulteriore conferma in questo senso è sempre cosa buona e credo che in Wilier-Pirelli abbiamo lavorato piuttosto bene durante i primi mesi del 2022.
Devo dire che nel team si respira molta tranquillità e questo aiuta molto a gestire la pressione prima dell’inizio delle gare più importanti”.
Cosa ti ha portato a scegliere di entrare a far parte del team Wilier-Pirelli?
“C’è un momento nella carriera di un atleta in cui si sente l’esigenza di cambiare, nonostante ci si sia trovati molto bene nelle squadre precedenti. Non c’è un motivo particolare, solo quello di provare delle metodologie di lavoro differenti in un ambiente diverso. Tra le varie possibilità che si sono presentate, il team Wilier-Pirelli mi è sembrato quello che mi garantiva un approccio più “confortevole”, meno carico di tensioni agonistiche, senza dubbio la situazione che mi spinge a ottenere i risultati migliori, perché mi garantisce la serenità di cui ho bisogno. La prima parte della stagione, più improntata sulla preparazione, mi porta a credere che sia stata una scelta molto appropriata”.
Ma per Giada Specia la preparazione per la difesa della maglia tricolore è diventata anche uno stimolo per ottenere qualcosa di più.
“Certamente correre con la maglia tricolore è uno stimolo importante, soprattutto perché non posso nascondere che salire sul podio in Coppa del Mondo con questa maglia è una sensazione davvero unica. Il livello delle avversarie è davvero alto ma abbiamo dimostrato di aver lavorato bene e son sicura di poter affermarlo nuovamente in circuiti che si addicono più di altri al mio modo di correre. Per esempio il tracciato di Andorra si trova a un’altitudine importante, è duro ed è molto tecnico e, tra tutti, penso sia quello che s’avvicina di più alle mie caratteristiche”.
Il livello tecnico e la capacità di guida della bici alle quali siete sottoposte è sempre più alto, con percorsi che presentano tratti tecnici molto difficili. Hai svolto o stai svolgendo allenamenti specifici? E con URTA SLR come va?
“È indubbio che la difficoltà tecnica nelle gare sia mutata. La preparazione è sempre più improntata a rispondere a questi costanti aumenti di difficoltà e accanto ai normali allenamenti per migliorare le capacità aerobiche e anaerobiche diventa sempre più importante migliorare la tecnica.
Ci concentriamo molto su questa parte dell’allenamento e il periodo in Brasile, prima della gara di Petropolis, ci ha consentito di lavorare su percorsi molto tecnici: con salti, rock garden, passaggi veramente impegnativi dove avere una guida veloce e pulita fa la differenza.
Di fronte ad un approccio sempre più tecnico è evidente che è importantissimo il rapporto con la bicicletta, lavorando molto sui materiali e tuning, così che possa rispondere al meglio allo stress dei percorsi. Anche questa è una parte del nostro lavoro a cui dedichiamo più tempo di prima. Tuttavia credo che URTA SLR sia una bicicletta già predisposta ai tracciati più impegnativi, come, per esempio, quello di Andorra che come dicevo prima si adatta anche molto bene al mio stile di guida. Anche questi sono aspetti che mi fanno guardare con fiducia i prossimi impegni in Coppa del Mondo”.
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