Le biciclette custom, ovvero il prolungamento di sé stessi

    Una bicicletta custom non è per nulla una civetteria. Niente affatto.
    Una bicicletta custom è il modo migliore per ammettere che con la propria bicicletta da corsa si ha un rapporto particolare. Persino esclusivo. Perché tutti sanno che nessun ciclista appassionato la considera un oggetto: è molto, molto di più. È molto di più, per esempio, della propria automobile, che, per spiegare meglio il tipo di relazione che può intercorrere, in America chiamano la sposa meccanica. L’automobile ha il suo motore e neanche al cultore più emozionalmente coinvolto passerà mai per la testa che si sta andando in qualche luogo, più o meno lontano, insieme. Percorrere una strada è il mero rapporto tra la vettura e il carburante, null’altro.

    Con la bicicletta no.

    Con la bicicletta si va insieme – cioè il ciclista e Lei – sopra il Monte Grappa, sopra lo Stelvio, sopra il Mont Ventoux o sino a Castellania: dove finisce la strada dei Colli Tortonesi. Ecco perché – come raccontato in 2011 – L’impresa di Michele Scarponi, accade che nei momenti di difficoltà i ciclisti parlino con la propria bicicletta e Le chiedano, per favore, di non mollarli adesso. Perciò non c’è nulla di strano – almeno per gli appassionati – ascoltare qualcuno raccontare della notte passata “insieme” alla bicicletta da corsa, nel senso di trascorsa nella medesima stanza.

    Non c’è imbarazzo nello svelare che con Lei si è violata la sacralità del talamo.

    Sono queste le ragioni per cui, senza alcun pudore, si considera la bicicletta il prolungamento di sé stessi e per questo si tenta di darLe la propria impronta caratteriale: il proprio stile.

    La customizzazione.

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    La massima espressione – pantagruelica, persino – della customizzazione è raccontata nel libro Ciò che conta è la bicicletta di Robert Penn, ma l’impronta è così estrema che spesso si sente dire: “Ho visto la bicicletta ideale di Robert Penn, beh, ne ho viste davvero di tre volte più belle”.

    Questo accade perché il taglio del costruttore conta nel definire il proprio stile e, in secondo luogo, per rendere tutto ancor più personale, conta la possibilità di poter disporre d’una tavolozza tra cui scegliere il colore – o la combinazione di colori – a cui, per motivi personalissimi, si è così tanto affezionati. Per questo motivo Wilier Triestina ha pensato a chi ha scelto una bicicletta di alta gamma come espressione del proprio carattere di corridore.
    Infinitamente Wilier Triestina è il configuratore che permette davvero di rendere la bicicletta il perfetto prolungamento di sé stessi. È lo strumento ideale per chi pensa che il colore del proprio telaio sia così importante da doverlo creare a proprio piacimento, confrontando ogni combinazione possibile che la gamma dei colori Wilier Triestina consente. Affinché la sua bicicletta diventi davvero una bicicletta custom. Creata apposta per lui.

    Perché, ormai l’abbiamo capito, la bicicletta da corsa non è un oggetto come gli altri.
    Perché, in fin dei conti, è quella parte di noi che, lungo la strada, vedono tutti.
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