La bicicletta, la pillola del futuro

    La diffusione del Coronavirus ha improvvisamente aperto molti dibattiti legati alla velocissima propagazione dell’epidemia e alle enormi difficoltà di gestione dell’emergenza.
    Tra questi possibili aspetti uno riguarda la prevenzione della malattia. Prevenzione non legata esclusivamente all’individuazione di un vaccino, bensì all’adozione di uno stile di vita più equilibrato che ci renda molto meno vulnerabili all’attacco di qualsiasi patologia e quindi, riferendosi più precisamente al Covid-19, anche più resistenti ai virus che attaccano l’apparato respiratorio.

    Opinioni di importanti specialisti contengono affermazioni di questo tenore:

    L’attività fisica in generale riduce il rischio di infezioni, come dimostrato per ciò che concerne la normale influenza”, o anche “il movimento è fondamentale per un sistema immunitario altamente funzionante che, alla luce dell’esperienza Coronavirus, da ora in poi si dovrà cercare di mantenere tale”.

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    Ciò che risulta chiaro, una volta terminato il lockdown, è come tra le numerose necessità che sorgeranno si dovrà necessariamente tener conto di ciò che i medici chiamano “auto protezione”. Dobbiamo rendere il nostro organismo molto più resistente a eventuali agenti patogeni.

    Ogni esperto di medicina dello sport rivolge in questo senso un’attenzione particolare alla bicicletta.

    La bicicletta “garantisce la miglior auto protezione, poiché i polmoni di chi pedala sono più robusti, meglio ventilati e capaci di sopportare in modo più adeguato gli eventuali stress d’una patologia respiratoria, nonché, al tempo stesso, offre al ciclista la migliore e più corretta esposizione alla luce solare: il miglior catalizzatore per la produzione di vitamina D3, che nel caso del Covid-19 pare abbia consentito un miglior controllo della malattia”.

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    Perciò la bicicletta si dimostra ancora una volta miglioratrice della qualità della vita: una pillola per nulla difficile da ingoiare, che consente un inesauribile divertimento, l’esplorazione di nuovi orizzonti e che, soprattutto, non ha alcuna controindicazione.

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