Un gravel di 360 km, il Traka è sempre un’esperienza unica. Ce la puoi raccontare?
“Assolutamente! Il percorso Traka da 360 km ti permette di scoprire Girona a fondo. Una delle cose che amo del ciclismo è la possibilità di godersi luoghi e panorami mozzafiato, e qui al Traka non mancano. E’ davvero affascinante.
I primi 200 km è filato tutto liscio. Mi sentivo bene in sella e riuscivo a mantenere una buona velocità media (non come i professionisti, che sono riusciti a concludere la gara in meno di 15 ore!). Attorno al chilometro 210 ho avvertito un dolore al ginocchio che non mi ha permesso di spingere sui pedali per continuare sul mio ritmo.
Fortunatamente al km 250 c’era il ristoro di Grava Pals, dove l’organizzazione aveva preparato materassini e coperte per una veloce sosta notturna. Dopo aver dormito circa un’ora e mezza, mi sono lavata il viso, mangiato qualcosa e ripartita attorno alle 2.30. Anche il ginocchio ha iniziato a migliorare.
Nell’ultima discesa, attorno ai 280 km, uno dei miei compagni di viaggio ha avuto un brutto incidente. Urtandosi con un cinghiale selvatico, si è rotto la clavicola e ben due costole. A causa di questo imprevisto, ci siamo dovuti fermare per circa 2 ore in attesa del soccorso dell’organizzazione. A quel punto, io ed altri eravamo molto stanchi e demoralizzati tanto da aver pensato di abbandonare la corsa, visto che mancavano ancora 80 km. Tuttavia, non abbiamo mollato.
Prima della partenza, il mio obiettivo era di terminare il percorso sotto le 30 ore e vendendo che potevo ancora farcela, ho aumentato il ritmo e continuato a pedalare senza pensare troppo a ciò che era successo. Il punto più emozionante del percorso è stato sicuramente Cap De Creus, una sezione molto tecnica in cima ad un monte con vista sul mare. Gli ultimi 30 chilometri invece sono stati i più duri. In quest’ultima parte il percorso si è fatto ancora più tosto, con tratti fangosi alternati a ripide salite e di nuovo sezioni molto tecniche. Chiaramente, ho dovuto rallentare e resistere dopo così tante ore in sella non è stato per nulla semplice, specialmente a livello mentale.
Una volta tagliato il traguardo, ho potuto apprezzare davvero cosa sono riuscita a fare e le sensazioni che ti da restare in sella per ben 30 ore”.
Sei una preparatrice atletica nel mondo del ciclismo: sicuramente non avrai lasciato nulla al caso. Come ti sei preparata per questa sfida?
“Il Traka 360 è stato il primo evento cui ho partecipato quest’anno, per cui non mi aspettavo di essere al picco della mia forma. E’ stato un test e un modo per riprendere confidenza con la distanza da ultracycling. Ora concentrerò tutte le energie su Badlands, il mio obiettivo stagionale. Nella passata edizione non sono riuscita a portare a termine la gara a causa di problemi di salute. Questo mi dà ulteriore motivazione per tornarci e finirla. E’ la gara più dura a cui parteciperò, per cui mi preparerò con molta dedizione. Nel frattempo, farò anche altri eventi.
Volendo, potrei allenarmi in completa autonomia. Da quest’anno invece ho deciso di affidarmi ad un coach. Dedico molto tempo alla preparazione di altre/i atlete/i, per cui mi rimangono poco tempo ed energie per fare anche il mio programma. Strutturare gli allenamenti per eventi come Badlands o Traka non è facile, specialmente se non arrivi dal professionismo o hai un altro lavoro, come nel mio caso. Ad esempio, il recupero è importante tanto quanto l’allenamento: organizzare tutto il materiale e la strategia di gara è davvero complesso. In fondo, però, non mi posso lamentare… il ciclismo fa parte della mia vita!”Quali sono state le sensazioni in sella alla RAVE SLR, specialmente dopo ben 30 ore?
“E’ stato interessante, non avendo mai provato una bici con geometrie così aggressive. Anche se l’impostazione è decisamente aerodinamica, mi ha stupito il comfort anche dopo 30 ore in sella. Sinceramente, Rave SLR è la bici più comoda che abbia mai provato: riusciva ad assorbire le vibrazioni in modo fantastico. Al contempo, la leggerezza della bici mi ha aiutato a tenere un ritmo molto elevato anche sulle salite più dure. Il pacchetto gravel è davvero ben riuscito visto che anche nelle discese sentivo la bici sicura e reattiva.
Nonostante l’organizzazione avesse consigliato gomme tra i 40-45 mm, ho utilizzato un paio con una sezione da 38 mm e sono stata a mio agio nel controllare la bicicletta in ogni situazione. Anche il cambio SRAM Force Xplore si è comportato in modo egregio, senza darmi alcun tipo di problema”Consiglieresti questa esperienza anche ad altre persone? Hai dei consigli per chi si avvicina per la prima volta a questo tipo di gare?
“Certamente. Se ti stai avvicinando al mondo dell’ultracycling, questa corsa può essere un ottimo punto di partenza. C’è l’assistenza neutrale e prevede una distanza non proibitiva, a differenza di BadLands. Detto questo, Traka non è da prendere sottogamba, sono pur sempre almeno 30 ore in bicicletta… Non c’è tempo per soste lunghe.
Il mio suggerimento è di preparare e testare con cura tutti i materiali e l’equipaggiamento prima della gara. Devi essere a tuo agio con tutto il necessario, non trascurando il peso complessivo della bici”.Quali saranno i tuoi prossimi eventi gravel?
“Il 24 maggio parteciperò all’Andean Raid, in Perù. Sono curiosa di vedere come reagirà il mio copro ai 4500 m di quota.
In Luglio sarò in Catalunya per The Capitals, una gara di 800 km e 16.000 metri di dislivello. E poi sarà il turno di Badlands in settembre…”