È difficile immaginare un modo migliore per celebrare la riapertura delle frontiere al termine della fase più critica dell’emergenza Covid. Bruno Ferraro e Max Riese, amanti della gravel bike e dell’avventura, hanno pensato di rincontrarsi dopo il lockdown in un luogo simbolico, al culmine di due percorsi tortuosissimi che partivano rispettivamente da Bassano del Grappa e da Salisburgo, che rappresentasse una rinnovata stabilità e una pacifica certezza. Perciò il luogo dell’incontro doveva essere al tempo stesso reale e immaginario, storico, ma fisicamente ben presente: il Tillacher Joch, la linea di confine tra Austria e Italia dal 1920 sino all’entrata in vigore nel 1995 della Convenzione di Schengen.
Il tragitto da Bassano del Grappa sino alla sommità della Val Pusteria – al Tillacher Joch e alla Forcella Dignas – è stato uno zig-zag colmo di fatica e di emozioni, transitato sui sentieri del Monte Grappa, che portano ancora i segni della Prima Guerra Mondiale, e sui luoghi d’un ecatombe naturale, la Tempesta Vaia, che ha martoriato le zone boschive della Val Visdende.
Ciò nonostante il riappacificato soffio della natura ha, nel corso del tempo, ricomposto l’anima dei luoghi colpiti. Percorrerli in bicicletta ha permesso di comprenderne meglio il benefico istinto curativo e di sentire nell’aria che “nonostante il mondo possa apparire distrutto, in realtà non smette mai di vivere”.