Wout Alleman è al tempo stesso incredulo e perfettamente consapevole dell’impresa.
“Sentivamo che potevamo attenderci risultati importanti. La nostra squadra aveva lavorato molto bene e, d’altro canto, il terzo posto di Daniel Geismayr e Cameron Orr nella medesima frazione ha dimostrato quanto il team Wilier-Pirelli sia competitivo. Ma l’Absa Cape Epic è l’Absa Cape Epic e vincerne una tappa è una sorta di miracolo, perché rappresenta l’apice delle gare in mountain bike. Nonostante fossimo in condizioni ottimali, continuo a non credere d’aver vinto”.
Così l’impresa di Stellenbosch è stata il trampolino di lancio per un altrettanto prestigioso risultato in classifica generale: il sesto (Daniel Geismayr e Cameron Orr) e il settimo posto (Fabian Rabensteiner e Wout Alleman) hanno consacrato i Wilier – Pirelli come unica formazione a piazzare due coppie tra i primi 10.
Cameron Orr, esordiente al Tour de France della mountain bike, contempla la classifica finale con la stessa incredulità mescolata a consapevolezza e ripercorre le impressioni di Wout Alleman. “Sapevamo che in Wilier – Pirelli avevamo lavorato tutti bene e che i risultati erano a portata di mano, ma questa è la Cape Epic”. Poi ripete ancora: “Questa è la Cape Epic!”.
Ma l’epopea di Urta SLR non termina tra i primi dieci della gara di mountain bike più prestigiosa al mondo. A corredare l’impresa ci sono i lusinghieri piazzamenti degli atleti del team Wilier 7C Force. Johnny Cattaneo e Nicola Taffarel al termine di sette giorni e di 681 chilometri di durissimo off-road hanno occupato il quindicesimo posto in classifica, mentre Ole Hem e Marco Rebagliati si sono insediati al diciassettesimo posto della generale.