Simone Avondetto, questo è l’ultimo anno da Under 23 e visti i risultati dell’anno scorso, immaginiamo tu abbia in mente qualcosa di speciale.
“Prima di tutto sono contento perché, volgendomi indietro, non posso che riscontrare una continua crescita nei miei risultati e quindi del mio rendimento. Questa è già una bella soddisfazione. Però, d’altro canto, non posso nascondere che dopo aver concluso al secondo posto la Coppa del Mondo Under 23, mi aspetto da quest’ultima stagione un risultato importante prima di passare tra gli elite. È chiaro che il mio proposito è quello di giocarmi nuovamente la vittoria finale e, in questo senso, col team Wilier-Pirelli abbiamo lavorato duramente quest’inverno per ottenere un ulteriore miglioramento.
Per vincere la Coppa del Mondo è prima di tutto necessaria una costanza di rendimento in ognuna delle nove prove del circuito e tentare di salire sul podio il più possibile. Credo che la preparazione invernale e anche quest’ultima fase di perfezionamento che abbiamo fatto in Brasile mi consenta di essere fiducioso sulla necessaria continuità di risultati. Purtroppo il mio esordio in Coppa non è stato dei migliori, problemi di stomaco e performance sotto le aspettativa, ma poco male, la stagione è ancora molto lunga e avremo modo di rifarsi”.
Quest’anno la Coppa del Mondo 2022 alterna tracciati storici come quelli di Nove Mesto e della Val di Sole, con tracciati assolutamente nuovi, come quelli dell’esordio a Petrópolis. Hai già dei riferimenti su alcune tappe che tu consideri fondamentali per il tuo risultato finale? Hai già alcuni circuiti su cui ti concentrerai particolarmente?
“No, non ho fissato alcun obiettivo principale. Le nove prove della Coppa del Mondo per me hanno lo stesso valore e le affronterò con la medesima concentrazione, cercando di guadagnare in ciascuna tappa più punti possibili, indipendentemente dal fatto che un circuito o un altro si adattino meglio alle mie caratteristiche.
So già che tutte le tappe saranno molto impegnative, com’è del resto è stata questa prima prova a Petrópolis. Per quanto riguarda la novità dei percorsi, io sono sempre molto contento di gareggiare in posti nuovi, perché noi atleti abbiamo la possibilità di affrontare nuove esperienze e questo è molto stimolante ”.
In Coppa del Mondo le biciclette full-suspended sono ormai fondamentali. Com’è il tuo feeling con URTA SLR?
“In Coppa del Mondo la full è d’obbligo e per quello che mi riguarda, per il mio stile di guida, questa sarà sempre la mia scelta. Anche sui tracciati più classici, come per esempio Albstad in Germania, dove alcuni bikers so già che opteranno per le front, io sarò al via con la mia URTA SLR. Con questa bicicletta mi trovo davvero bene ed essendo anche molto leggera non mi fa preoccupare confrontarmi con chi usa una hardtail: tutti i vantaggi che si presume possa avere una hardtail rispetto ad una full si riducono moltissimo. La leggerezza di URTA SLR è garanzia di grande maneggevolezza ”.
Hai studiato degli allestimenti specifici o dei set-up particolari per la tua bici per ogni prova di Coppa del Mondo?
“Direi di no. Nel senso che gli standard di URTA SLR sono davvero ottimi. Abbiamo deciso col team tecnico di Wilier-Pirelli di modificare di volta in volta pochi, ma specifici elementi. La tipologia dei pneumatici, le pressioni di gonfiaggio e il set-up di forcella e di ammortizzatore posteriore. Per il resto, come dicevo, URTA SLR è così bilanciata e versatile da evitare particolari allestimenti destinati a un preciso campo di gara ”.
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